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Visita ambulatoriale o su richiesta domiciliare per la diagnosi e la cura di malattie del sistema nervoso centrale ( Malattie cerebrovascolari, malattie degenerative, epilessia, malattia di Parkinson, ecc.) e/o periferico (polineuropatie, nevralgie, paresi facciale, dolore cronico, ecc).

L’ambulatorio si occupa anche di NEVROSI come ansia, tratto depressivo, somatizzazione, attacchi di panico, ma non si occupa di disturbi su base o di natura PSICHIATRICA

Il “mal di testa” (cefalea) è senza dubbio la più frequente forma di dolore che affligge il genere umano fin dalle origini. La cefalea non va trascurata perché, pur se raramente,
può essere il sintomo di gravi malattie. La cefalea si dice secondaria se essa è la conseguenza di una malattia e quindi in questo caso spesso il mal di testa è solo un sintomo (è il caso di quando abbiamo la febbre). Mentre, la cefalea si definisce primaria se il mal di testa è esso stesso la malattia, ma non ha alla base una causa evidente in quanto le visite e gli esami eseguiti sono normali (o almeno sembra!!). Quando si presentano numerosi e frequenti gli attacchi di cefalea devono essere valutati dal medico specialista,
che saprà diagnosticare il tipo di cefalea e consigliare il trattamento farmacologico o non farmacologico più adatto. La sensazione spiacevole di dolore dovuta alla cefalea influisce negativamente anche sull’umore, sulle relazioni interpersonali e sulla vita lavorativa. L’interpretazione più frequente di chi è vicino ad un malato di cefalea è quella di considerare la denuncia di questo “male invisibile” come una scusa per non fare qualcosa di dovuto. Tutto questo dipende principalmente dal fatto che il “mal di testa”, cioè un male che non si vede e non può essere suscitato o inasprito toccando la parte dolente, costituisce una forma di dolore difficilmente documentabile e soprattutto difficilmente comunicabile. Ma la cefalea si può e si deve curare!

Da diversi anni l’ambulatorio si interessa di DEMENZE. La demenza è una sindrome clinica, caratterizzata da perdita di più funzioni cognitive, tra cui maggiormente la MEMORIA, di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative del paziente. Oltre ai sintomi cognitivi sono presenti sintomi non cognitivi, che riguardano la sfera della personalità, l’affettività, l’ideazione e la percezione, le funzioni vegetative, il comportamento.

Esistono due grossi gruppi di demenza. Del primo gruppo fanno parte le demenze di tipo vascolare e le demenze a carattere neurodegenerativo. Del secondo gruppo fanno parte le forme di demenza trattabili.

Le demenze su base vascolare sono quelle dovute a cause circolatorie cerebrali. Le demenze su base neurodegenerativa sono dette così perché sono caratterizzate da un progressivo impauperimento e dalla morte dei neuroni di aree sensibili, la più nota e l’ALZHEIMER.

Attenzione spesso tutto esordisce molti anni prima sotto forma di declino cognitivo lieve (M.C.I.)

Biofeedback: è uno strumento che misura alcuni parametri fisiologici influenzati dall’attività cognitiva ed emozionale, ci fornisce informazioni chiare rispetto al nostro funzionamento fisiologico in tempo reale (feedback), permettendoci di normalizzare i parametri eccessivamente alti o bassi e di imparare ad autoregolare i nostri stati interni (es. gestire lo stress).
Alcuni sensori applicati sulla pelle, in modo non invasivo, misurano e mostrano sul monitor di un computer informazioni riguardo alla propria attività fisiologica (tensione muscolare, conduttanza elettrica cutanea, temperatura periferica, respirazione toracica e addominale, frequenza cardiaca e onde cerebrali). I segnali registrati vengono amplificati e restituiti al soggetto sottoforma di segnali acustici e visivi, affinchè la persona diventi consapevole dei propri stati interni e possa adottare strategie di controllo per entrare volontariamente nello stato psicofisiologico desiderato e mantenerlo.
Attraverso un processo di apprendimento (training) si impara dapprima a modificare i segnali che si vedono nello schermo e successivamente, nelle sedute più avanzate, si impara a produrre tali cambiamenti sulla base di segnali interni. Con il tempo è la pratica questi cambiamenti possono diventare stabili nel tempo.

Il nervo ed il muscolo non sono accessibili dalla superficie, la loro funzione può essere indagata attraverso indagini elettrofisiologiche (Elettromiografia ed Elettroneurografia) che, partendo dalla conoscenza delle caratteristiche fisiologiche della trasmissione e dell’eccitabilità nervosa, consentono un approfondimento diagnostico basato su dati obiettivi e quantificabili.

L’elettromiografia studia l’unità motoria muscolare ed i processi patologici cui essa può andare incontro.
L’elettroneurografia studia la velocità di conduzione motoria e/o sensitiva dei nervi periferici.
Entrambe le metodiche forniscono un valido contributo diagnostico nell’affrontare lo studio del Sistema Nervoso Periferico e delle sue patologie.
A tale riguardo riassumiamo alcune delle principali applicazioni clinico-diagnostichedell’esame elettroneuromiografico:
AFFEZIONI DELLA CELLULA NERVOSA E DEL SUO ASSONE
– Polineuropatie: tossiche, metaboliche, alcooliche, uremiche, iatrogene, autoimmuni, virali;
– Poliradiculopatie: radiculopatie cervicali e lombo-sacrali;
– Lesioni dei tronchi nervosi: traumi del plesso brachiale e/o lombare;
– Lesioni traumatiche dei nervi periferici: radiale, mediano, ulnare, femorale, sciatico popliteo esterno ed interno;
– Paresi o paralisi periferiche dei nervi: paralisi periferica idiopatica del N. Faciale o del N.Radiale;
– Compressioni croniche dei nervi periferici: Sindrome del tunnel carpale, Sindrome del tunnel tarsale, Guyon, ecc.
PATOLOGIA DELLA GIUNZIONE NEUROMUSCOLARE:  Miastenia gravis, sindrome di Lambert-Eaton.
MALATTIE MUSCOLARI:  Miopatie, Polimiositi, Distrofie muscolari, Traumi muscolari.
PATOLOGIE DEL MOTONEURONE:  Sclerosi Laterale Amiotrofica, Siringomielia, Mielopatie.
L’esame può essere praticato a qualsiasi età, tuttavia nei bambini è opportuno un colloquio preliminare alla prenotazione con il medico per verificare la collaborazione del paziente ed il quesito diagnostico.
CONTROINDICATO SOLO NEI PORTATORI DI PACEMAKER

EEG

 

L’elettroencefalogramma rappresenta ancora oggi il più semplice metodo di studio dell’attività elettrica cerebrale. Si può praticare a qualsiasi età e non ha alcuna controindicazione.
Il mio ambulatorio esegue solo le seguenti registrazioni codificate da linee guida internazionali con le presenti diciture :
EEG basale o standard con prove di attivazione (Iperpnea e SLI)
Corrisponde alla registrazione di un elettroencefalogramma normale,con registrazione da sveglio ed a occhi chiusi, che non necessita di alcuna preparazione, fatto salvo di evitare di presentarsi alla registrazione con capelli unti di gel o lacca, che creano artefatti.

EEG dopo privazione di sonno
Corrisponde ad una registrazione in cui il soggetto (sia adulto che bambino) deve restare sveglio per almeno 12 ore prima dell’esame, (esempio: dalle 5 del mattino alle 17 del pomeriggio); deve presentarsi sveglio in ambulatorio e dopo essere stato montato con la cuffia viene invitato ad addormentarsi. La registrazione mira a registrare la fase di veglia ad occhi chiusi, la fase di addormentamento, la fase di sonno spontaneo e la fase del risveglio.

I potenziali evocati sono la risposta elettrica del cervello ad uno stimolo esterno, registrata sotto forma di segnale elaborato. Sono, quindi, una sensibile e qualificata tecnica d’indagine neurofisiopatologica, che fornisce una oggettiva misura del funzionamento di alcune vie di senso (visiva, acustica, sensitiva).
I potenziali evocati più usati comunemente in neurofisiopatologia sono:
– il Potenziale Evocato Visivo (P.E.V);
– il Potenziale Evocato Acustico (B.A.E.P. oppure A.B.R oppure PEA.)
– il Potenziale Evocato Somatosensitivo (S.E.P. oppure PESS).

P.E.V.
Presso l’ambulatorio di Neurofisiopatologia si eseguono PEV da Pattern reversal. Non sono adatti a bambini non collaboranti (meno di 6 anni), il paziente deve venire in ambulatorio con i suoi eventuali normali occhiali da vista.

B.A.E.P. o  P.E.A. o A.B.R.

Il potenziale evocato acustico permette l’individuazione e la localizzazione di difetti di conduzione della via acustica a livello del sistema nervoso centrale. È eseguibile su soggetti di ogni età (adulti, bambini e neonati).

S.E.P o P.E.S.S.

Il potenziale evocato somatosensitivo è utilizzato per lo studio del sistema nervoso periferico (nervi e radici nervose) e della via della sensibilità, lungo tutto il suo decorso fino a livello del sistema nervoso centrale. Si divide in SEP degli arti superiori e SEP degli arti inferiori. Si eseguono anche potenziali per lo studio del nervo pudendo
I SEP NON  sono ESEGUIBILI in pazienti portatori di PACEMAKER.